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Corte dei Conti: ritardi digitali nella P.A.

Referto in materia di informatica pubblica

27/11/2019  - 
La Pubblica amministrazione è in ritardo sull’aggiornamento digitale dei servizi. Lo afferma il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, sostenendo che l’informatizzazione "non è più una scelta, ma fa parte delle nostre vite sia professionali che private, che lo vogliamo o no ed è da questo che dobbiamo partire” nel Referto in materia di informatica pubblica, presentato alla Camera.
Buscema sottolinea come per “l'amministrazione pubblica italiana e il sistema paese in senso più ampio, sta soffrendo un ritardo ancora eccessivo per la lentezza di adattamento alla velocità di questo cambiamento, sia rispetto all'utilizzo adeguato delle tecnologie, sia, soprattutto, rispetto alla trasformazione digitale dei processi”.
Queste trasformazioni sono da intendersi "non solo come innovazione tecnologica, ma anche - rileva Buscema - come reale e pervasiva semplificazione, agevolazione e accelerazione dei procedimenti necessari alla gestione ottimale della cosa pubblica e del rapporto del cittadino con essa, appoggiandone certamente l'efficienza ed efficacia al supporto che puo' dare la tecnologia disponibile, ma mirando anche a rivedere sostanzialmente, nel merito, le modalita' operative attuali e soprattutto le responsabilita' e le competenze necessarie per rivitalizzare profondamente il complesso delle attivita' dello Stato e degli apparati locali, perche' siano effettivamente adeguate allo scenario in evoluzione".
Secondo l'assessore ai Servizi informativi del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari, coordinatore della Commissione speciale Agenda digitale della Conferenza delle Regioni, serve “una governance digitale non frastagliata che sappia uscire dal palazzo e identificare poche priorità da perseguire su tre asset: competenze-formazione, data economy e servizi online".
È ciò che serve all'Italia "per risalire dalla penombra del 24. posto in cui versa nella classifica innovazione dell'Unione europea"
La resistenza al digitale nella Pubblica amministrazione - dichiara Callari - non si supera con l'imposizione quanto, piuttosto, imparando dal mercato a essere seduttivi e persuasivi e interpretando il proprio ruolo non in maniera difensiva e autoreferenziale, bensì come infrastruttura di servizio".
Sul Cobul (Comitato banda ultra larga), Callari ha invitato il ministro, neopresidente del Comitato, a "procedere a nuova convocazione per capire quale sia lo stato di avanzamento del Progetto Bul nelle aree bianche e quali le intenzioni per le aree grigie".
Callari ha quindi indicato tre priorità: “serve in primo luogo un balzo sulle competenze digitali a livello dei cittadini, includendo anziani e fasce deboli". In secondo luogo "occorre migliorare l'utilizzo e la diffusione degli Open Data nella Pubblica Amministrazione". Infine, "bisogna aumentare numero, qualità, semplicità e appeal dei servizi online, diffondendo e rendendo attrattivo lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale".
 
Fonte:


Monica Feletig
Ultimo aggiornamento: 27/11/2019