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Concessioni demaniali e stabilimenti balneari

Stabilimenti balneari a rischio per abusiva occupazione di spazio demaniale

08/06/2018  - 

La Corte di Cassazione con sentenza 14 maggio 2018, n. 21281 si è pronunciata su un ricorso proposto avverso l'ordinanza con cui il tribunale del riesame aveva rigettato l’istanza di dissequestro di un’area demaniale marittima di oltre 20.000 mq. e dello specchio di acqua prospiciente, area destinata a sede del nuovo circolo tennis e vela e relativo campo boe.

Disattendendo la tesi difensiva secondo cui non si versava in un'ipotesi di rinnovo, bensì di proroga di concessione demaniale marittima per finalità ricreative-sportive, la cui durata, per effetto del d.l. n. 113 del 2016 (art. 24, co. 3-septies), sarebbe stata prorogata al 31.12.2020 - ha diversamente ritenuto che il reato di abusiva occupazione di spazio demaniale marittimo (previsto dagli artt. 54 e 1161, cod. nav.), dovesse ritenersi sussistente, da un lato, perché la proroga in questione non poteva ritenersi applicabile alle concessioni preesistenti già prorogate automaticamente e da ritenersi scadute e, dall’altro, perché deve disapplicarsi la normativa interna che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime, con finalità turistico-ricreative, ivi comprese le concessioni destinate ad approdi e porti turistici, per il contrasto della stessa con l'articolo 12, paragrafi 1 e 2, della direttiva 2006/123/CE del 12 dicembre 2006 (cosiddetta direttiva Bolkestein) e, comunque, anche con l'articolo 49 TFUE. (Cassazione penale, sezione III, sentenza 14 maggio 2018, n. 21281).



Monica Feletig
Ultimo aggiornamento: 08/06/2018